Tra sottosuolo e sole

(Non) si diventa ciò che (non) si è.

Consapevolezze.

Montale, Leopardi e soci mi convinsero che scrivere poesie non era il mio mestiere. Provai con i romanzi, ma Dostoevskij, Kafka, Balzac e altri soci mi fecere capire che dei miei romanzi potevo fare un bel falò. Restava la forma breve, i racconti e le novelle, ma Poe, Cechov e Guy de Maupassant mi spiegarono, gentilmente ma efficacemente, che dovevo farmi da parte. Per il teatro ci pensò Beckett, con un solo sguardo, senza parole.
Mi sono rimasti gli aggiornamenti su Facebook, su Twitter e gli articoli del blog, settori nei quali me la posso ancora giocare con milioni di persone.

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18 pensieri su “Consapevolezze.

  1. Non dimenticare Fabio Volo. C’è speranza per tutti.

  2. laulilla in ha detto:

    Se tutti avessero pensato come te, nessuno avrebbe dovuto più dipingere, o scolpire, quindi, dopo Michelangelo. Se fosse successo, ci saremmo persi un bel po’ di artisti, compreso il Van Gogh del tuo Gravatar, non credi?

    • Sì, lo so. Naturalmente la mia è una riflessione riferita alle mie eventuali velleità, non un’affermazione generale. Un modo per rimarcare i miei limiti, senza farne un dramma. 🙂

  3. Veramente un pezzo niente male, io non sono certo un autore all’altezza dei nominati precedentemente, ma fidati lo stesso. A presto .Isabella

  4. E mamma mia 😀

  5. gelsobianco in ha detto:

    Ah, l’ironia!
    Grande!
    🙂
    gb

  6. inseguendofolliossimori in ha detto:

    Se permettessimo a tutti i grandi di parlarci all’orecchio e impedirci di essere artisti… quale disastro!

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