“Perché non sopportiamo più noi stessi, e loro invece ci appaiono ideali.”
(Da qualche settimana questo blog sembra, anzi è, pressoché sequestrato da Thomas Bernhard, che imperversa con i suoi scritti. Presto mi libererò di lui, per ora mi dichiaro suo ostaggio, ben lieto di esserlo.)
“Tradiamo senza sosta noi stessi, quando preferiamo gli altri, quando per così dire li rendiamo migliori di quanto in definitiva non siano, ho pensato. Facciamo un torto a loro, quando per così dire ci dichiariamo dei loro, e intanto facciamo un torto a noi stessi in maniera ben più ripugnante, perché facciamo un torto a noi in loro favore e contro di noi. Ma non ci riesce del tutto di restare noi stessi e di stare insieme a loro, solo così di rado ci riesce, in ogni caso, che non ci si può fare affidamento, che non conta nulla. Quando siamo insieme a loro ci spogliamo per lo più di tutto quanto ci connota, cosa che loro subito avvertono e di cui tengono conto a nostro danno, al che noi non abbiamo più la stessa sicurezza che avevamo nel momento in cui abbiamo iniziato il nostro gioco con loro, perché è sempre solo un gioco, null’altro, quando crediamo di dover essere loro perché provavamo per loro un desiderio struggente, perché non sopportiamo più noi stessi, e loro invece ci appaiono ideali. Questo errore a vita ci umilia.”
(Thomas Bernhard, “Estinzione”, ed. Adelphi)