Non so voi chi frequentate nei vostri Sogni a Occhi Chiusi, personalmente ritengo giusto mettervi al corrente che ogni tanto v’invito ai miei, e voi venite, certo a vostra insaputa, ma non per questo in maniera meno partecipata. Anche se talvolta non conosco il vostro volto, oppure conosco il volto ma non la voce, dovete sapere che contribuite allo splendore ineffabile dei miei Sogni a Occhi Chiusi.
L’articolo vuole essere una riflessione sconclusionata sulla malia dei miei Sogni a Occhi Chiusi. Tutto parte da un’intuizione che ho avuto l’altro giorno mentre passeggiavo e discutevo con un amico. A onor del vero, va detto che la passeggiata era onirica, cioè tecnicamente è avvenuta mentre dormivo, quindi per una logica cosiddetta realistica non è avvenuta. Eppure è avvenuta, ve lo assicuro. Non mi metterò, infatti, a fare l’elogio del Sognatori a Occhi Aperti, che sia l’innamorato o colui che crede nella redenzione del mondo dal male. Per quello ho già dato in passato, il mio antico blog, ad esempio, pullulava di riferimenti alla figura del Sognatore da notti bianchi dostoevskiane, che per tanto tempo ha deviato la mia esistenza verso sentieri tortuosi e spesso dolorosi. Quelle notti bianche sono finite di giorno, proprio come nel libro, ed è bene lasciarle nell’oblio.
Vorrei, piuttosto, sviluppare quel discorso che stavo sostenendo con il mio amico nel sogno. La tesi, non importa se fosse la mia o la sua, è che “i Sogni fatti a Occhi Chiusi sono meglio di quelli fatti a Occhi Aperti”. Dove sta la novità? È bello sognare, i sogni aiutano ad andare avanti nella vita, a darsi un obiettivo, chi non sogna è già morto, tutte queste belle storielle ce le siamo già raccontate. Nulla di tutto ciò, a me interessa il sogno in sé e per sé, l’atto stesso del sognare, ciò che accade a Occhi Chiusi, non ciò che può significare in termini di aspirazioni future, di speranze, timori, frustrazioni, illusioni. Non m’interessa, non in quest’occasione, chiedermi perché ho sognato quella donna, chi rappresenta, se la ritroverò nell’esistenza reale, nei bar, nei pub. Quelle domande appartengono già al sognare a Occhi Aperti, applicare le regole spazio-temporali del quotidiano, con i limiti e condizionamenti del vissuto.
A me interessa invece fare l’elogio spassionato di quel mondo che frequento quando chiudo gli occhi. Sono consapevole che quel mondo a Occhi Chiusi affonda le radici anche in ciò che vivo a Occhi Aperti, Freud non è passato invano nemmeno dalle mie parti, so anche che non bisogna confondere le cause con gli effetti, e che magari se sogno, a Occhi Chiusi, di attraversare il Tevere a nuoto, potrebbe significare che quegli occhi devo aprirli per andare a svuotare la vescica. Detto questo, so anche che il mondo a Occhi Chiusi sottostà a regole che sfuggono a qualsiasi mio tentativo di descrizione. Non è un mondo idilliaco, non ne sto tessendo l’elogio perché lì, in quel mondo a Occhi Chiusi, tutto va bene e mi aiuta a sfuggire dal mondo a Occhi Aperti, no, non è così, spesso nel mondo a Occhi Chiusi ci sono scene apocalittiche, catastrofi, premonizioni di morte, che nella realtà, per mia fortuna, non ho vissuto in prima persona. Poi c’è tutto il resto, gli entusiasmi, l’amore, il sesso, e anche la noia, perché anche quest’ultima esiste nel mondo a Occhi Chiusi, certo, ma è diversa, e non chiedetemi perché, questo discorso, ve l’ho detto, non è mica definitivo o chiaro.
Dove voglio arrivare? Non è semplice, quel dibattito onirico procedeva in modo frammentario e tirarne le fila adesso, a Occhi Aperti, è già un tradimento, una rappresentazione falsata e indegna di quel che succede a Occhi Chiusi. Ecco, la tesi, se così vogliamo definirla, è che quei sogni, quelli del mondo a Occhi Chiusi, sono non solo diversi da quelli a Occhi Aperti, e questa è un’ovvietà, ma per me, e sottolineo per me, hanno ormai anche una superiorità di carattere ontologico – qualitativo.
Il Sogno ad Occhi Aperti non potrà mai eguagliare quello a Occhi Chiusi. Continua a leggere…
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