Piramide
Giunti a Piramide, mi giro e ti vedo seduta, a due metri da me, anche tu con gli occhi dispersi nello smartphone. Sei tu ma non sei tu, ti somigli, sei quasi uguale, ma non sei tu, è un’altra, quindi non ti somigli, semmai ti somiglia. E poi questo tu è solo a uso narrativo, potrebbe essere lei che somiglia a lei, o lui a lui, ma per comodità facciamo che lei somiglia a te. Ma perché dico questo, non può essere, invece, che sia tu a somigliare a lei? Perché ti concedo questo diritto di precedenza? Dovremmo ricorrere alla carta d’identità per stabilire chi è nata prima, ma non basterebbe, perché tu reclameresti un privilegio di diverso tipo, e avresti gioco facile, perché sai che nella mia mente lei è solo una che ti somiglia, mentre tu sei il modello originario, credi, credo, anche se forse non è esattamente così, perché il gioco delle somiglianze è sottile e anche tu potresti essere somigliante a un’altra e così via, fino a chissà quale abisso. Ma lasciamo stare le teorie, torniamo al pratico. E allora, se invece che lei ci fossi stata tu, ora, nella metro, io ti avrei lasciata scendere a Eur Magliana? Avrei provato a fermarti? E perché? Perché ti conosco? Ma poniamo che io non ti abbia mai conosciuta. Saresti stata una sconosciuta, così come lei, la tua sosia. Anzi, no, ancora di più, perché la tua sosia non mi è così sconosciuta, somigliando a te, mentre tu saresti stata davvero una perfetta sconosciuta. Sì, lo so, sto usando troppe volte le stesse parole, ma è perché mi chiedo cos’è, allora, che di te ha fatto quel che sei e di lei ha fatto solo una sosia. Perché non ho incontrato lei e non te, perché non sei tu a scendere da sosia a Eur Magliana e perché non è lei alla quale scrivo queste parole. Non sai rispondere? Nemmeno io. Ma non riesco neanche a far finta che queste domande non si affaccino alla mente. Perché, ripeto, adesso t’immagino lì, con le cuffie sulla metro B, a Piramide, proprio come lei ma tu, con la tua testa, il tuo cuore, il tuo stomaco e il tuo culo. Ti avrei notata in mezzo a tutta questa gente, così come ho notato lei? No! Questa è la risposta che mi spaventa. O forse sì, uno sguardo mi sarebbe sfuggito verso la tua direzione, ma scendendo a Eur Magliana avresti neutralizzato tutto. Tutto sarebbe finito, anzi nulla sarebbe cominciato tra noi? E invece è finito ugualmente, anche se era cominciato. Non vedi che differenza c’è?
Lei è scesa a Eur Magliana, io adesso so questa cosa. E la so perché, anche se non c’eri, c’eri anche tu qui, a Piramide, con me, in mezzo a tutta questa gente che non sa di te, di me, della ragazza di Eur Magliana.