“Molti matrimoni” (Sherwood Anderson)
“Chi cerca l’amore e va verso di esso impulsivamente, senza tenere conto della complessità della vita moderna è, se non un pazzo, almeno un temerario.
Non avete mai vissuto un momento nel quale fare ciò che in altri momenti risulta il più semplice e naturale degli atti, diventa improvvisamente un’impresa titanica?
Siete nella stanza d’ingresso di una casa. Di fronte a voi c’è una porta chiusa e, dietro la porta, seduto o seduta in una poltrona vicino alla finestra, c’è un uomo o forse una donna.
È il tardo pomeriggio d’un giorno d’estate, e avete deciso di avvicinarvi alla porta, di aprirla e dire:
– Non intendo più continuare a vivere in questa casa. Il mio baule è pronto e fra un’ora un uomo, al quale già ho dato l’ordine, verrà a prenderlo. Sono qui soltanto per dirti che non posso più continuare a vivere con te.
Siete dunque nell’ingresso, e tutto ciò che dovete fare è entrare nella stanza e dire queste poche parole. La casa è silenziosa e voi rimanete a lungo nell’anticamera, timoroso, esitante, senza aprire bocca. Lentamente vi rendete conto che siete giunti fino a lì in punta di piedi.
Per voi e per la persona che si trova dietro la porta è assolutamente consigliabile non continuare a vivere nella stessa casa. Questo dovreste dichiarare, ma probabilmente avete perso il buon senso. Perché non siete in grado di parlare giudiziosamente?
Perché vi riesce così difficile fare quei tre passi verso la porta? Le vostre gambe sono ancora in uno stato eccellente. Perché i vostri piedi sono tanto pesanti?
Siete un uomo giovane. Perché le vostre mani tremano come quelle di un vecchio?
Siete sempre stato convinto di essere un uomo coraggioso. Perché improvvisamente vi siete trasformato in una creatura debole e vile?
È divertente o è tragico sapere che non osate andare verso la porta, aprirla, ed entrando dire quelle poche parole senza che la vostra voce cominci a tremare?
Siete ancora in grado di controllarvi o siete praticamente come un pazzo? Perché quella ridda di pensieri circola senza tregua nel vostro cervello? Una ridda di pensieri che, mentre siete lì esitante, vi trascina già verso un abisso senza fine?
(Sherwood Anderson, “Molti matrimoni”, Robin edizioni)