Tra sottosuolo e sole

(Non) si diventa ciò che (non) si è.

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“Conoscerete la nostra velocità” (Dave Eggers)

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“L’anno appena passato era stato il più strano della mia vita, il più brutale e bizzarro. Avevo perduto Jack e mi era capitato tra le mani più denaro di quanto avessi mai visto in una volta. Mi capitava sempre più spesso di svenire e inciampare. Sentivo troppo e troppo intensamente. Ogni cosa mi si gettava davanti agli occhi. Passavo ore a galleggiare in questa o quella piscina, o seduto per interi pomeriggi in terrazza a osservare mediocri panorami. Mi sentivo invadere da una gioia subitanea, sin eccessiva, di fronte a una coppia felice. Vedevo o sentivo parlare di gente, di solito gente che conoscevo appena o che magari neppure mi piaceva più di tanto, mi dicevano che si erano messi insieme, si erano trovati dopo tante tribolazioni, e mi sentivo invadere da una sorta di incanto. Ero preso in contropiede dalle cose più familiari.”

(Dave Eggers, “Conoscerete la nostra velocità”, ed. Piccola Biblioteca Oscar Mondadori)

Se qualcuno mi avesse proposto di leggere un romanzo che narra le vicende di due amici che decidono di viaggiare per il mondo con lo scopo di spendere quanto più denaro possibile, credo che mi sarei rifiutato, Continua a leggere…

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“L’opera struggente di un formidabile genio” (Dave Eggers)

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“I giovani si fingono immuni dalla morte. E perché non dovrebbero? A volte la vita può apparire infinita, piena di risate e di farfalle, gioia e passione, e birra gelata di qualità.

Ovviamente con il passare degli anni sopraggiunge la dura comprensione che “sempre” non è che una parola. Le stagioni si susseguono, l’amore appassisce, i migliori muoiono giovani. Si tratta di verità dure, dolorose, ineludibili, ma, così ci viene detto, inevitabili. L’inverno lascia il passo alla primavera, la notte si dilegua nell’alba, e la perdita scava il solco al rinnovamento. È facile dire queste cose, proprio come è facile, tanto per dire, guardare un sacco di televisione.

Ma, facile o no, noi confidiamo in questo sentimento. Altrimenti sarebbe come saltare senza alcuna speranza dentro un abisso nero e senza fine, cadere in un vuoto che tutto avvolge per l’eternità. Sul serio, che si guadagna dicendo che la notte può solo diventare più scura e che la speranza giace schiacciata dallo stivale oppressivo del malvagio? Che genere di risposta otteniamo quando giungiamo alla irriducibile comprensione che in vita non c’è salvezza, che presto o tardi, malgrado le nostre migliori speranze e i nostri sogni più cari, non importa quanto nobili siano state le nostre azioni e sincere le nostre virtù, non importa quanto abbiamo lottato per i nostri disperati ideali di immortalità, inevitabilmente a un certo punto il mare ribollirà e il male calpesterà la terra, e il pianeta intero non sarà altro che un campo di giochi abbandonato, adatto solo ai parassiti e agli scarafaggi?” Continua a leggere…

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