Tra sottosuolo e sole

(Non) si diventa ciò che (non) si è.

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“Il taglio del bosco” (Carlo Cassola)

cassola

“In mezza giornata non avevano scambiato dieci parole; ma il lavoro aveva sopperito alla mancanza di compagnia. Peggio furono i due giorni seguenti, perché vollero rispettare sia il Natale che la domenica. La prospettiva di una giornata vuota fece sì che la mattina di Natale Guglielmo si alzasse il più tardi possibile. Bevuto il caffè, rimasero per un paio d’ore seduti sul letto l’uno di fronte all’altro. Ogni tanto Fiore attizzava il fuoco. Guglielmo fumò tre o quattro sigarette, ma un incipiente mal di testa (egli vi andava soggetto) lo costrinse a smettere. Ed erano appena le nove di mattina.

– Sarei andato volentieri a casa, ma dopo la disgrazia della moglie…- cominciò.

Una specie di grugnito costituì la risposta di Fiore, scoraggiando l’altro a proseguire.

Il fuoco si stava spegnendo. Guglielmo pesticciò torno torno la cenere, quindi uscì fuori; sbadigliò, fece due passi per la tagliata. Non c’era proprio nulla da fare, nulla a cui pensare”.

(Carlo Cassola, “Il taglio del bosco”)

Il taglio del bosco”, romanzo breve di Carlo Cassola, è un piccolo gioiello che dimostra come si possa fare della letteratura di livello senza ricorrere a una trama ricca di colpi di scena, a un linguaggio ricercato o a scene-madri memorabili. La vicenda narrata riguarda un gruppo di cinque boscaioli, che si recano su un monte della Maremma toscana per tagliare la legna, guidati da Guglielmo, colui che ha ottenuto il diritto per eseguire i lavori e che è il perno della storia. Giorgio Bassani, grande scrittore (del quale vi consiglio, ad esempio, “Il giardino dei Finzi-Contini”, “Le storie ferraresi” e “Gli occhiali d’oro”), scrive, nell’introduzione al testo, che nel romanzo di Cassola “vige la poetica in base a cui nulla veramente accade che possa essere raccontato, e ogni sentimento, per quanto profondo e doloroso sia, in realtà è ineffabile”.

Bassani ha colto quella che anche a mio (molto più modesto) parere è l’essenza del libro di Cassola, cioè l’impossibilità di condividere il proprio dolore attraverso le parole, nonché l’ineluttabilità dello stesso. I cinque taglialegna Continua a leggere…

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