Tra sottosuolo e sole

(Non) si diventa ciò che (non) si è.

Il desiderio (Gilles Deleuze)

“Volevamo dire la cosa più semplice del mondo: finora si è parlato astrattamente del desiderio, perché si è isolato un oggetto che si suppone essere l’oggetto del desiderio. Allora si può dire <<desidero una donna, desidero partire per un viaggio, desidero questo o quello>>. E noi dicevamo una cosa davvero semplice, non si desidera mai veramente qualcuno o qualcosa. Si desidera sempre un <<insieme>>. Non è complicato. Ponevamo questa domanda: “<<Qual è la natura dei rapporti tra gli elementi perché ci sia desiderio, perché diventino desiderabili?>>. Non desidero una donna… mi vergogno a dire queste cose, è Proust che l’ha detto e in Proust è bello. Non desidero una donna, ma desidero anche un <<paesaggio>> che è contenuto in quella donna, un paesaggio che forse neanche conosco, ma che intuisco e finché non ho sviluppato questo paesaggio non sarò contento, cioè il mio desiderio non sarà compiuto, resterà insoddisfatto.”

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