Tra sottosuolo e sole

(Non) si diventa ciò che (non) si è.

“La trama del cosmo. Spazio, tempo, realtà” (Brian Greene)

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“Immaginate un universo in cui per comprendere l’origine di un fenomeno fosse necessario comprendere anche tutto il resto; un universo in cui per capire perché un pianeta orbita attorno a una stella, perché una palla lanciata in cielo segue una certa traiettoria, come funziona un magnete o una batteria, quali meccanismi regolano la luce o la gravità, o mille altre cose ancora, si dovessero prima sviscerare le leggi fondamentali del cosmo e determinare come esse agiscono sui costituenti elementari della materia. Per fortuna questo universo non è il nostro.

In caso contrario, la scienza non avrebbe avuto ragione di esistere. Se siamo riusciti a fare qualche scoperta nel corso dei secoli è perché abbiamo potuto avanzare un passo alla volta, svelare un mistero dopo l’altro e ogni volta basarci sui risultati precedenti. Newton non sapeva nulla degli atomi, ma ciò non gli ha impedito di avere le sue fondamentali intuizioni sulla natura del moto e della gravità. A Maxwell non è servito conoscere gli elettroni e le altre particelle per formulare la sua teoria onnicomprensiva dell’elettromagnetismo. Einstein non ha dovuto capire come fosse nato lo spaziotempo per poter stabilire il suo ruolo nella trasmissione della forza gravitazionale. Tutte queste scoperte, e molte altre che stanno alla base della nostra attuale concezione dell’universo, si sono originate in un contesto molto limitato in cui non ci si è fatto scrupolo alcuno a evitare di rispondere a molte altre domande. Ogni nuova teoria era un pezzo di un grande puzzle, anche se non si sapeva (e non si sa ancora) quale immagine sarebbe apparsa alla fine.”

(Brian Greene, “La trama del cosmo. Lo spazio, il tempo, la realtà”, ed. Einaudi, 2006)

In un celebre aforisma Kafka scriveva, più o meno, che “un libro dev’essere come un’ascia che squarcia il mare ghiacciato che è dentro di noi”, e in effetti i romanzi o i testi filosofici che più ammiro, ricordo, rileggo, sono proprio quelli che mi hanno procurato anche una sensazione simile. Come già anticipato in qualche articolo della scorsa settimana, negli ultimi tempi sto andando alla riscoperta, sebbene da profano della materia, del lato più propriamente fisico della faccenda (=mondo) e non solo mi ritrovo a pensare a quel “mare ghiacciato” in termini di atomi, molecole ed entropia, ma mi accade anche di vedere le pagine che ho sotto gli occhi come una sorta di formicaio brulicante di particelle-onde, oltre che come una metaforica (e meno male!) ascia.

Ho finito di leggere “La trama del cosmo” di Brian Greene è e la sensazione è quella che abbia ridestato definitivamente una parte di me che sonnecchiava, forse per paura. Sì, perché certe domande sono affascinanti, ma incutono anche paura, forse ancora di più che un innamoramento. “Cos’è il tempo? E lo spazio? E l’universo?” Questioni enormi, che menti eccelse affrontano da centinaia di anni con piglio scientifico, senza poter giungere a “una” conclusione, eppure scoprendo ad ogni passo qualcosa che lima o addirittura sconvolge le percezioni che avevamo in precedenza. Non ho mai pensato che un libro potesse “cambiare la vita”, e non lo penso tuttora, ma certo può scuotere, indirizzare, stimolare a osservare la realtà con uno sguardo nuovo. Questo che ho appena chiuso sta facendo tutto ciò. Se Dostoevskij, per esempio, come romanziere segnò un confine tra un “prima” e un “poi” nella mia esistenza, se alcuni filosofi fecero altrettanto, adesso sta succedendo con testi che parlano di fisica.

Il libro di Brian Greene comincia proprio con la scoperta, da parte del bambino Greene, del saggio filosofico di Albert Camus, “Il mito di Sisifo” e in particolare con il suo celebre incipit, nel quale Camus affermava che prima ancora di sapere di quante dimensioni è l’universo dobbiamo stabilire se la vita valga la pena di essere vissuta. Greene sostiene di aver voluto studiare il mondo, da fisico, anche per superare quella frase. “La trama del cosmo”, edito nel 2006 (e quindi, lo dico subito, da integrare con libri più recenti per chi volesse saperne di più circa gli sviluppi degli ultimi anni), è un viaggio soprattutto attorno alle nozioni di spazio e tempo, ma più in generale un’esposizione accattivante, divulgativa e al tempo stesso molto accurata delle scoperte del mondo della fisica dai tempi di Newton a oggi. In quasi 600 pagine l’autore riesce a trasmetterci nozioni anche molto complicate con un approccio tale da rendere possibile la comprensione anche al lettore a digiuno di letture simili. Greene, infatti, rimanda alle note a fine capitolo, molto dettagliate, le disquisizioni più specialistiche, comprensive di dimostrazioni matematiche. Per quanto io non sia un esperto del settore, devo dire che a me è parso un libro che riesce a coniugare l’esigenza di trasmettere al lettore meno addentrato nei concetti fisici l’emozione e l’importanza delle scoperte via via succedutesi nella storia, senza svilirle con esempi banalizzanti.

Come scritto, e come intuibile già dal sottotitolo del libro, Greene analizza in particolare riferimento le nozioni di spazio e tempo, partendo dalle tesi assolutistiche di Newton, per arrivare alla relatività ristretta e generale di Einstein, fino alle più recenti teorie, comprese le più astruse, o semplicemente ancora non verificate, concernenti questi due concetti per noi imprescindibili, legati tra loro e che pure potrebbero non essere, stando appunto ad alcune tesi recenti, l’istanza ultima del nostro mondo. Per poterci spiegare cosa significhi lo spazio-tempo, Greene ci introduce, dosando esempi presi dalla vita quotidiana e ricostruzioni accurate di esperimenti da laboratorio, a tutte le principali scoperte del mondo della fisica, fino al tentativo, tuttora in corso, di trovare una cosiddetta teoria del tutto, che unifichi la relatività generale e la meccanica quantistica. Leggendo Greene ho potuto così rispolverare o dare nuova linfa a concetti come big – bang, gravità, accelerazione, relatività, particelle-onda, funzioni d’onda, principio d’indeterminazione, campi di probabilità, entropia, buchi neri, teorie dei campi, cosmologia inflazionaria, elettromagnetismo, luce, massa, simmetria, oppure a nomi quali Heisenberg, Einstein, Bohr, Newton, Hawking e tanti altri, che prima o non conoscevo oppure erano stati messi sotto una coltre di nozioni di altro tipo.

Greene è un fautore della cosiddetta “teoria delle superstringhe”, poi evolutasi in M-teoria, tesi affascinante, tuttora controversa nel mondo della fisica, poiché non ancora dimostrata. L’ultima parte del suo libro, infatti, è dedicata a questa teoria e ovviamente va presa, appunto, come una tesi che potrebbe rivelarsi tanto sconvolgente poiché veritiera, tanto come un assoluto flop. Va detto, però, che l’autore è molto chiaro al riguardo, non spaccia per verità comprovate le sue tesi e in generale l’intero libro è “onesto” (almeno a me è parso tale) perché Greene, pur dovendo scegliere quali concetti esporre in maniera prevalente, non lesina riferimenti ad autori che la pensano diversamente, con tanto d’indicazioni bibliografiche.

Non so se questa mia ritrovata passione per la fisica (che poi, parere personale, nelle sue domande ultime non è così distante dalla filosofia, pur con approcci diversi) durerà a lungo, ma ho la sensazione che questo testo sia stata una sorta di scintilla che ha acceso una curiosità che andrà appagata con altri testi, magari contraddittori rispetto a quello di Greene, o più recenti, nonché, come già sto facendo, attraverso siti web o video sull’argomento. Di sicuro, avendo preso in prestito questo libro dalla biblioteca del mio paese, mi accingo a riportarlo indietro a malincuore, convinto che a breve lo comprerò per tenerlo accanto a me, magari vicino al libro di Camus.

Chiudo confessando di non essere così sicuro circa quanto accennato a inizio articolo, cioè che questi argomenti possono spaventare quasi più di un innamoramento. Tuttavia, alla domanda “Che cos’è l’amore?” ci sarà tempo per pensare a tempo debito, e quindi vi lascio a Lou Reed e alla sua “Satellite of love”.

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6 pensieri su ““La trama del cosmo. Spazio, tempo, realtà” (Brian Greene)

  1. E’ vero, fisica e filosofia non sono così distanti tra loro! Interessante.. Ps complimenti per i gusti musicali, Lou Reed per me è stato come un fratello

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